Visita del gruppo al centro Logos

Il centro Logos è un centro ecologico per le dipendenze nato nel 1988 e si occupa in modo particolare di alcolismo, del recupero e dell'accoglienza delle persone che hanno problemi di alcol. Ci rifacciamo all'approccio ecologico- sociale di cui Cutolin che è stato un pò il fondatore di quelli che oggi sono i club degli alcolisti e il trattamento in Italia. Noi ci definiamo un pò i cugini degli alcolisti anonimi, perché lavoriamo direttamente con la famiglia formando delle comunità multi familiari. Queste famiglie si incontrano una volta a settimana, parlano e discutono delle loro difficoltà. Oltre a questo il centro collabora anche con gli alcolisti anonimi, collabora inoltre alla formazione, sensibilizzazione e prevenzione della salute , sia nell'ambito scolastico sia nell'ambito sociale, quindi medici, infermieri, volontari. Però con la maggior parte del nostro lavoro nel campo della prevenzione e della salute lo stipendiamo nel campo della scuola, lavoriamo nelle scuole superiori sia di Salerno e sia quelle di Eboli, adesso stiamo facendo dei corsi nelle scuole medie inferiori di Sapri e Elementari. L'alcolismo è molto più diffuso delle tossico dipendenza, forse perché a questo non viene data la giusta rilevanza, perché se ne parla meno anche se da vari sondaggi risulta che in Italia vi sono circa 1000- 2000 morti all'anno per tossico dipendenza, per alcolismo ci sono oltre 35000 morti all'anno, legati così ai problemi dell'alcol come incidenti stradali del sabato sera e incidenti familiari.

La nostra intervista

D Potreste, se è possibile, presentare l'organizzazione e l'attività di questo centro?

R Questo centro si regge sulle forze del volontariato, quindi vi è un presidente, un consiglio direttivo formato dai soci. Lavoriamo con i progetti presentati al comune o alla regione e con il sostentamento delle famiglie.

D Qual è la provenienza delle persone che si rivolgono a voi?

R Anche se la nostra sede è a Salerno siamo contattati da un pò tutta la regione Campania, siamo un pò il punto di riferimento delle province e inizialmente anche delle regioni limitrofe.

D Quante persone si rivolgono a voi in un anno? Quanti maschi? Quante femmine?

R È un pò difficile stabilire questo soprattutto perché i contatti non avvengono solo tramite sede, ma molte persone ci contattano telefonicamente, chiedendoci come agire, e come comportarsi con un familiare che ha bisogno d'aiuto, perché di solito la persona direttamente interessata stenta a chiedere aiuto e quindi rivolgersi ad un centro specializzato, quindi è quasi sempre la persona che gli sta vicino a contattarci. In conclusione possiamo dire che una buona parte del lavoro avviene per via telefonica, a presentarsi, invece, presso la nostra sede sono oltre cinquanta famiglie all'anno.

D A quali fasce sociali appartengono? Qual è la loro età?

R Le persone che si rivolgono a noi appartengono a un pò tutte le fasce sociali e d'età. Inizialmente l'età delle persone che si rivolgevano a noi era di circa 40 anni, ora è diminuita moltissimo e si aggira attorno ai 25/30.

D Attraverso quali canali vengono a conoscenza di questo centro?

R Si tramite famiglie che ci conoscono, che tramite la televisione, i giornali, i medici di base, e altri operatori del sociale come le parrocchie.

D Come è organizzata l'accoglienza?

R Avviene con un operatore che fa il primo colloquio, diretto soprattutto alla motivazione che ha portato a intraprendere quel cammino. È basato soprattutto sull'ascolto, senza troppe formalità.

D Esiste un supporto medico?

R Quando ce n'è bisogno si.

D Com'è organizzato un incontro?

R se c'è bisogno di un supporto medico, si svolgono due o tre incontri con la persona che poi decide di intraprendere un cammino, di cambiare stile di vita, viene inserito in un gruppo.

D Quali sono i tempi di recupero?

R Non ci sono veri e propri tempi di recupero, ma tutto dipende dalla volontà della persona.

D Esistono percentuali di persone che abbandonano il centro prima della guarigione?

R Si, però diciamo che circa il 60% delle persone viene inserito nei gruppi e risolve i suoi problemi.

D Per i giovani esiste una terapia di supporto psicologico per la famiglia?

R Si, il lavoro viene svolto con il supporto della famiglia.

D Quali delle persone che si rivolgono a voi hanno già casi di disagio in famiglia, come droga, delinquenza e alcolismo?

R in alcune sono già presenti queste problematiche- molti di questi hanno molte altre dipendenze come quelle dell'alcol, dipendenza da gioco d'azzardo, da altre sostanze come l'eroina e dipendenza da psicofarmaci.

D Quali sono le reticenze che hanno superato prima di rivolgersi qui?

R Una buona percentuale arriva qui perché vi è costretta da chi gli sta vicino, altri, invece, si rendono conto da soli d'avere una dipendenza e arrivano a noi e questo, insomma, è già un grande passo.

D Esiste una collaborazione con i sert?

R Si, siamo riusciti ad avere una buona collaborazione con quelli di Salerno e di Battipaglia, soprattutto quando abbiamo bisogno di un supporto medico.

D Quindi collaborate nella vostra azione di recupero con altri centri?

R Si oltre che con il sert collaboriamo in alcuni casi con il tribunale dei minori e altre associazioni che si occupano di minori.

D Riscontrate una dipendenza associata ad alcol farmaci? Con quali?

R Si, psicofarmaci in generale.

D Quali sono glia effetti collaterali del farmaco assunto?

R Di solito quando una persona prende dei farmaci con l'alcol, l'alcol fa diminuire l'effetto del farmaco assunto, anche se poi dipende dal tipo di farmaco che prende.

D L'alcol è una droga, pensa che la società ne abbia la consapevolezza dato l'uso disinvolto che se ne fa?

R Dal lavoro che noi svolgiamo nelle scuole del territorio si comincia ad accettare che l'alcol è una droga, tenendo presente che è una droga legalizzata, anche se ognuno instaura un rapporto con questa sostanza e se la gestisce come vuole.

D In questo tessuto di dipendenza a suo avviso come si definisce il problema della violenza?

R Chi ha problemi di alcol ne parla solo in casi eccezionali di violenza, però molte volte viene taciuto che alla base c'è un problema di alcol. La violenza entra in campo quando la persona è sotto l'effetto dell'alcol e quindi non si rende conto di quello che fa.

D Alcolismo, droghe e violenze; secondo lei come si può interrompere questo circuito?

R Noi insistiamo molto sulla prevenzione della salute, partendo dalle scuole, perché qualcuno sostiene che alle scuole medie è troppo presto, però tenete conto che spesso già dalle scuole medie si fa uso di alcol e quindi prima si fa prevenzione e forse prima si riesce a fare un discorso più in generale per promuovere la salute.

D Secondo lei quale ruolo dovrebbe avere la scuola nelle prevenzioni delle dipendenze?

R Noi stiamo portando avanti un progetto chiamato " la scuola come comunità della salute" dove vengono chiamati in causa docenti, ragazzi, anche il preside e i bidelli, cercando di fare un lavoro insieme, anche perché i ragazzi trascorrono molto tempo a scuola quindi questa è una componente importante per la promozione della salute.

D Quali azioni di prevenzione dovrebbero essere a carico della scuola?

R Dall'esperienza fatta con i ragazzi, dove abbiamo portato avanti una formazione che si chiama "programma di formazione e sensibilizzazione" dove abbiamo lavorato con un gruppo di ragazzi, i quali sono stati formati e sensibilizzati, hanno messo in discussione anche il loro rapporto con la sostanza, in modo tale che loro possono diventare Opinion Leader in senso positivo, visto che i ragazzi tendono a seguire sempre il gruppo anche in negativo, e noi abbiamo cercato di far si che un Leader ci sia, ma che sia portatore di idee positive.

D Leggiamo tutti i giorni che alcuni di noi hanno perso il coraggio di proseguire nella difesa della vita. Secondo lei dove risiedono le maggiori responsabilità?

R Io penso che ognuno debba patire da se stesso, non bisogna aspettare che siano gli altri a cambiare, finche si delegano gli altri non cambierà mai niente, nel momento i cui si "scende in campo" prima di tutto avviene un cambiamento in noi e poi magari cambia anche quello che ci sta intorno.

D Dal sondaggio effettuato dalla nostra scuola il 90% dei ragazzi fra i 15 e i 18 anni beve bevande alcoliche vino, birra, super- alcolici, o per essere accettato dal gruppo o per alleggerire il peso dei problemi. Esistono anche motivi diversi? Se si quali?

R Dai sondaggi che abbiamo effettuato, abbiamo dedotto che i ragazzi di solito bevono per scaricare i problemi, per non essere esclusi, per avvicinarsi ad un ragazzo o ad una ragazza, poi c'è da dire anche che l'alcol è una bevanda che aiuta a socializzare. Comunque i motivi che spingono a bere sono molti.